Questa mattina ho incontrato una studente ammaliata dall’Italia. Terzo viaggio nell’arco di un anno, questa volta è stata per alcuni giorni a Bologna e a Reggio Emilia. “Questa volta ho deciso veramente. Tra tre anni voglio lasciare tutti e trasferirmi in Italia. Voglio vivere lì e provare una vita diversa.” È una signora forte, allegra e molto attiva. “Fabio, ma come fai a vivere in Giappone? Io non vedo l’ora di costruirmi questa nuova vita e vista l’età mi sa che è la mia ultima possibilità …” Per il momento non posso fare altro che augurale buona fortuna e insegnarle quello che posso della lingua italiana.
Invece mia figlia ha deciso di non andare a York in marzo e quindi per quest’anno starà a Kyoto per prepararsi per l’esame di ammissione all’università in gennaio del prossimo anno. Mi dispiace ma la decisione è stata categorica. Ha ragione ed è lei l’unica a sapere quanto sia difficile prepararsi la propria strada. Lo scorso viaggio è stato sicuramente molto, forse troppo stimolante. Ha bisogno di pensare e per l’inglese “potrò andarci con calma il prossimo anno durante le lunghe vacanze estive dell’università”.
Chi va e chi resta con la voglia però di uscire ancora.